Ci sono eventi che hanno segnato la Storia, che sono stati uno snodo fondamentale del corso della Storia, che rappresentano uno spartiacque, una cesura, eventi simbolici per i quali quello che è venuto dopo è stato profondamente diverso da quello che c’era prima, eventi che sono stati percepiti come importanti già da chi li ha vissuti. Tra questi eventi, per quanto riguarda la storia contemporanea (ma anche la storia in generale), c’è sicuramente la caduta del Muro di Berlino, avvenuta il 9 novembre 1989, 30 anni fa.
Ma cos’è stato il Muro di Berlino? E cosa c’era prima del Muro? E, soprattutto, come si è arrivati a costruire un Muro a Berlino?
Prima del Muro
La Seconda guerra mondiale – Dal 1939 al 1945 si combatte la seconda guerra mondiale, un conflitto cruento che vede contrapporsi da un lato le potenze dell’Asse (la Germania di Hitler, l’Italia di Mussolini, il Giappone) e dall’altro lato gli Alleati (l’Impero britannico, l’Unione Sovietica, gli Stati Uniti, la Cina, la Francia).
La divisione della Germania – La seconda guerra mondiale termina con la vittoria degli Alleati, che nel 1945, alla conferenza di Potsdam (in Germania), decidono la divisione della nazione tedesca in quattro settori, controllati da Unione Sovietica, Stati Uniti d’America, Regno Unito e Francia. Anche la città di Berlino, situata geograficamente nell’area sovietica, viene divisa in quattro zone di occupazione.
Il blocco di Berlino – Ben presto però aumentano i contrasti, soprattutto sulla questione del possesso di Berlino. Nel 1948 l’URSS blocca ogni accesso terrestre e fluviale alla città, oltre a scollegare l’elettricità, nel tentativo di estromettere gli ormai ex alleati occidentali dalla capitale, rimasta così senza luce, viveri e medicinali. Ma USA, Regno Unito e Francia reagiscono creando un imponente ponte aereo per portare in città i rifornimenti vitali. Ciò costringe i russi a togliere il blocco dalla città nel 1949.
Le due Germanie – I contrasti con Mosca spingono i tre Alleati occidentali a federare i loro territori di occupazione in Germania: dall’unione delle zone americana, inglese e francese nasce così la Repubblica Federale Tedesca. La risposta sovietica è immediata e si concretizza con la creazione di uno Stato comunista tedesco, la Repubblica Democratica Tedesca.
La guerra fredda – Inizia a tutti gli effetti la guerra fredda, che divide il mondo in due sfere di influenza contrapposte: a Ovest gli Stati Uniti, a Est l’Unione Sovietica. A dividere le due superpotenze sta quella “cortina di ferro” che passa proprio tra le due Germanie.
USA e URSS – Lo scontro tra Stati Uniti e Unione Sovietica si declina in numerosi avvenimenti e situazioni: la politica del contenimento, la “dottrina Truman”, il Piano Marshall, il blocco occidentale, il Piano Molotov, il colpo di stato in Cecoslovacchia, il Cominform, il conflitto sovietico-jugoslavo, la nascita della NATO, la guerra civile cinese, la guerra di Corea, il Patto di Varsavia, la rivoluzione ungherese, i conflitti nel Terzo mondo, la corsa allo spazio, la rivoluzione cubana, ecc.
Il Muro
L’ultimatum sovietico – Centro importante della guerra fredda è senza dubbio la città di Berlino, su cui si concentrano le mire dell’URSS che nel 1958 avanza pretese di diritti politici e di controllo su Berlino e sulla possibilità di smilitarizzare l’intera città. La strategia provocatoria sovietica risulta fallimentare, vista l’intransigenza da parte dell’Ovest
La crisi di Berlino – La vera e propria crisi a Berlino si ha nel 1961, con lo scontro tra il segretario generale sovietico Chruščёv e il presidente americano Kennedy, con le pretese espansionistiche e le iniziative intimidatorie del primo e la fermezza e l’intransigenza del secondo. La situazione, tesa e delicata, sembra sul punto di degenerare in un’altra guerra.
La costruzione del muro – Una delle principali questioni problematiche per la Repubblica democratica tedesca e l’Unione Sovietica è il forte esodo di persone dall’Est verso l’Ovest della città di Berlino (e della Germania in generale). Per questo nell’agosto 1961 il regime comunista inizia a costruire il Muro, inizialmente fatto solo di filo spinato, ma dopo pochi giorni già di cemento.
Checkpoint Charlie – La situazione sembra sul punto di esplodere nell’ottobre 1961, quando per alcune ore carri armati americani da un lato e carri armati sovietici dall’altro si fronteggiano in modo ostile al Checkpoint Charlie, un importante posto di blocco nel Muro, fermi, gli uni davanti agli altri, senza sparare un colpo, ma sul punto di farlo. È il simbolo della guerra fredda: fare la guerra senza combattere, in un delicato e pericoloso equilibrio.
Berlino divisa – Berlino, dunque, da un giorno all’altro diventa una città divisa. L’Ovest appare un miraggio, l’Est un prigioniero. Il Muro divide famiglie, parentele, amicizie, amori.
La caduta del Muro
Cambiamenti politici mondiali – La caduta del Muro di Berlino è permessa anche dai mutamenti politici che attraversano il mondo intero. Nel 1978 diventa papa il polacco Wojtyła, fautore di un’azione politica e diplomatica contro il comunismo e l’oppressione politica. Nel 1979 l’Unione Sovietica invade l’Afghanistan in un’operazione che, durata per ben dieci anni, risulta alla fine fallimentare. Nel 1981 Reagan diventa Presidente degli Stati Uniti e riporta all’ordine del giorno la questione del Muro di Berlino, chiedendone l’abbattimento (ad esempio in un celebre discorso tenuto davanti alla Porta di Brandeburgo nel 1987). Nel 1985 Gorbačëv diventa Segretario generale sovietico e porta avanti un programma fortemente riformista, basato su perestrojka (rinnovamento, ristrutturazione) e glasnost’ (trasparenza, apertura). In diversi Paesi controllati dall’Unione Sovietica aumentano i fenomeni insurrezionali contro il potere centrale (come ad esempio il movimento Solidarność in Polonia) e in generale aumentano a Berlino le manifestazioni di protesta a favore dell’abbattimento del Muro.
La domanda del giornalista italiano – Il 9 novembre 1989 durante una conferenza stampa a Berlino Est, il portavoce del governo, Günter Schabowski, legge un comunicato che sancisce la possibilità per tutti i berlinesi dell’Est di poter attraversare il confine con un appropriato permesso. Allora un giornalista italiano, Riccardo Ehrman (corrispondente ANSA), fa una domanda e chiede da quando questo sarà possibile. Schabowski si trova impreparato, non ha un’idea precisa delle disposizioni governative e, azzardando una risposta, dice che ciò è permesso fin da subito.
La gente contro il Muro – Dopo aver ascoltato le parole di Schabowski alla televisione migliaia di berlinesi dell’Est si precipitano ai vari posti di blocco lungo il Muro chiedendo di poter entrare a Berlino Ovest. Le guardie di confine si trovano spiazzate, non sanno cosa fare, non hanno ricevuto ordini di apertura, ma sanno del comunicato di Schabowski e alla fine decidono di aprire le sbarre. E la gente passa. I berlinesi dell’Est vengono accolti festosamente dai loro fratelli dell’Ovest.
Una data storica – Il 9 novembre 1989 è sicuramente una data storica, che ha segnato un’epoca. La caduta del Muro è un evento che simbolicamente, ma anche concretamente, ha sancito la fine di un’era e l’inizio di una nuova, nello specifico la fine della guerra fredda, del bipolarismo mondiale, la caduta dell’Unione Sovietica.
Oltre il Muro
Sono passati 30 anni dalla caduta del Muro di Berlino, ma i muri nel mondo non sono finiti. Ci sono muri ad esempio a Cipro, tra Israele e Palestina, tra Grecia e Turchia, in Marocco, tra le due Coree, tra Stati Uniti e Messico, tra Ungheria e Serbia e tra Ungheria e Croazia, tra Zimbawe e Botswana, tra India e Pakistan, tra Pakistan e Afghanistan, eccetera. E oltre ai muri fisici, concreti, ci sono anche i muri ideologici che attraverso il nostro tempo.